Perché facciamo fatica a relazionarci con gli altri?
ApprofondimentiLe relazioni: in qualunque momento della nostra vita siamo in relazione con qualcuno o qualcosa. A scuola ci relazioniamo con compagni di classe e professori, a lavoro con colleghi, in casa con i nostri familiari, anche quando leggiamo un libro o guardiamo un film ci relazioniamo: scegliamo cosa guardare o leggere, cerchiamo di capire il pensiero dell’autore e spesso cambiamo idea.
Basta guardare la natura e vediamo miriadi di relazioni diverse. Animali della stessa specie interagiscono, alcuni lo fanno con specie diverse, nelle piante avviene la fotosintesi ed esse interagiscono con l’ambiente circostante, con il sole, con l’aria ecc…
Una piccola ape si posa sui fiori, ne succhia il nettare, permette l’impollinazione e produce il miele che noi stessi mangiamo.
Tutto sembra perfetto in natura: allora perché per noi uomini non è così? Perché facciamo fatica a relazionarci spesso con i nostri stessi familiari?
Io credo che sia perché tendiamo sempre a complicarci la vita: se una cosa sembra troppo facile subito pensiamo che ci sia qualcosa dietro, che ci deve essere un inganno o una truffa.
È il sistema in cui viviamo che ci porta a questo. Tutti pensano ai propri interessi e non importa come si arriva al proprio obiettivo, l’importante è raggiungerlo. Ci si basa sul detto “il fine giustifica i mezzi” e così spesso si arriva a non fidarsi di nessuno, neanche di se stessi.
Oliver Burkeman in uno dei suoi articoli ha menzionato Alain de Botton che disse: “Uno dei requisiti essenziali per una buona relazione è un discreto livello di autostima. Senza quest’ultima l’amore di un altro sembrerà sempre fastidio e sbagliato, spingendoci inconsciamente a rifiutarlo e distruggerlo”.
Quando una persona ha autostima in un qualche modo prova un certo amore per sè, sa che può farcela, che vale e che di conseguenza è in grado di relazionarsi con il prossimo.
È questa la chiave: l’amore. Se amiamo noi stessi stiamo bene come persone e riusciamo ad avere bei rapporti con gli altri perché non ci sentiremo in difetto e riusciremo a relazionarci senza pregiudizi.
Anche agire di fronte a varie situazioni sarà più facile: quando una persona con un handicap reagisce in modo impulsivo capiremo che è inutile rispondere a tono o offendersi perché giustamente non ha il pieno controllo sulle sue azioni; quando c’è qualcosa che non va, magari con i genitori, riusciremo a vedere la situazione in modo razionale capendo che quello che ci stanno dicendo probabilmente è per il nostro bene; nel momento in cui abbiamo problemi con il coniuge o un amico ci fermeremo e lo ascolteremo (potrebbe sorprenderci).
Ovviamente sarebbe assurdo minimizzare la questione dicendo che basta un po’ di amore per affrontare una tematica così ampia. Non si tratta solo di agire diversamente: è qualcosa di più complesso che parte dal nostro modo di pensare.
Per riuscirci è necessario eliminare quelle idee errate con cui siamo cresciuti, iniziare a pensare che le nostre azioni hanno sempre delle conseguenze e spesso queste si riversano sugli altri. Dobbiamo valorizzare noi stessi così non ci abbasseremo al livello altrui nel momento in cui subiamo un torto o un’ingiustizia. Non vivremo secondo la legge del taglione: “occhio per occhio, dente per dente” perché sappiamo che non si ottiene nulla in questo modo. Piuttosto agiremo in modo diverso da quello che potrebbe essere il nostro istinto. Solo così facendo potremo riuscire ad avere bei rapporti con il prossimo.
Ancora una volta la nostra piccola parte può fare la differenza, ma in questo caso possiamo vedere effetti positivi nella quotidianità fin da subito.
Basta poco per sentirci meglio e di conseguenza vivere meglio: se riusciremo a relazionarci in maniera pacifica allora questo farà la differenza nella nostra vita. Saremo più sereni e ci eviteremo molti “mal di pancia”.