Agricoltura e tecnologia: le strade si incrociano
OpinioniFino a qualche anno fa, l’agricoltura era in mano principalmente a persone anziane e poco istruite, legate a principi tradizionalisti ed estremamente contrarie all’innovazione e al cambiamento; essi svolgevano il loro lavoro in quel modo semplicemente perché si era sempre fatto così. Oggi, a queste realtà se ne stanno affiancando altre, spesso portate avanti dai giovani che cercano di migliorare le loro aziende per mezzo della tecnologia che, se usata correttamente, può dare numerosi benefici.
Nel futuro l’agricoltura sarà sicuramente basata su macchine tecnologiche che imiteranno il lavoro dell’uomo fino ad arrivare a sostituirlo completamente.
Attualmente la tecnologia ha investito sia nelle lavorazioni agricole che nell’allevamento del bestiame. Nelle stalle da latte si possono installare robot di mungitura, completamente meccanizzati, capaci di compiere tutte le operazioni per mezzo di sensori, laser, bracci meccanici ecc. Molto efficienti sono anche i robot per l’alimentazione, soprattutto negli allevamenti suini e avicoli, in cui una serie di silos, coclee e rulli sono collegati ad una centralina e, in base alle impostazioni fatte sul pc, distribuiscono più o meno cibo al bestiame e negli orari prestabiliti. Negli allevamenti bovini invece si stanno diffondendo collari e bracciali per il rilevamento del “calore” e per monitorare i parti delle vacche. Anche questi si basano su dati raccolti su un computer che permettono di evidenziare i “calori” per esempio dal numero di passi effettuati in più in quei giorni rispetto alla media precedente.
Per quanto riguarda le coltivazioni a pieno campo vengono utilizzati i droni, soprattutto in colture come ad esempio il mais, ma non solo, per distribuire trattamenti e prodotti vari quando la pianta è già al massimo dello sviluppo e sarebbe difficile, costoso e a volte impossibile distribuire con mezzi agricoli tradizionali. Legato soprattutto alle macchine di ultima generazione sono stati creati vari sistemi GPS (Global Position Sistem : sistema di posizionamento globale) capaci di mappare i raccolti, guidare su traiettorie parallele, fare campionamenti del suolo, distribuzione di fertilizzanti e fitofarmaci in relazione alle esigenze, guidare in automatico i mezzi agricoli. Per fare tutto ciò i GPS si basano su onde radio provenienti da quattro o più satelliti, rilevando la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la velocità di lavoro per mezzo di un ricevitore posto al di sopra della cabina, trasmettendo i dati sui computer di bordo.
Nel complesso questi sistemi tecnologici forniscono molti benefici: innanzitutto sono più sicuri, perchè per esempio molte trattrici, dopo un paio di secondi da quando l’operatore non è più seduto sul sedile, arrestano automaticamente la presa di forza; oppure si disinserisce la marcia. Sono inoltre molto precisi, recando un minor stress all’operatore che effettua le lavorazioni, rimediando alle eventuali distrazioni, senza sprecare tempo. Il minor tempo impiegato è anch’esso un fattore positivo in quanto il motore rimane meno ore acceso ed inquina di meno. Con l’ausilio di queste tecnologie, nelle aziende agricole sarà richiesta sempre meno manodopera. Le tecnologie sono molto costose ma portano benefici all’imprenditore attraverso un’elevata produttività ed efficienza che di conseguenza generano un maggior guadagno oltre ad un minor inquinamento. Il costo elevato è proprio il principale ostacolo da superare per la diffusione di queste macchine; attualmente può essere superato solamente per mezzo di contributi concessi dall’Unione Europea per incentivare gli agricoltori all’acquisto di nuove tecnologie.
Nel futuro, secondo me, saranno necessarie più competenze tecniche per gli agricoltori per utilizzare queste macchine e per i meccanici che dovranno far fronte a manutenzioni di macchine sempre più delicate e complesse.
Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Smart AgriFood della School of Management del politecnico di Milano, il 12,5% delle imprese produttrici di materiali tecnologici per l’agricoltura, aperte dal 2011 ad oggi, si trovano sul territorio italiano ma solamente l’1% degli ettari coltivati in Italia è lavorato con l’ausilio della tecnologia.
Il progresso tecnologico ha reso possibile effettuare la revisione e la programmazione di alcune macchine, che si trovano in campo, da parte di un operatore che si trova nello stabilimento di produzione situato a molti chilometri di distanza. Un esempio che mi torna alla mente, parlando di queste tecnologie, è un fatto a cui ho assistito la scorsa estate: mi trovavo nell’azienda di un mio amico, poco distante da casa mia, in cui era presente un contoterzista che effettuava l’insiliaggio del mais con una trincia Claas Jaguar, prodotta in Germania, acquistata da poco. Proprio in quel giorno la macchina aveva finito le ore di rodaggio e dalla Germania, per mezzo di un computer, in solo 1,5 ore, nelle quali la macchina era ferma (per la pausa pranzo) sono riusciti ad aumentare il numero di cavalli e a riprogrammare la macchina senza avvicinarsi ad essa.
Secondo me le varie tecnologie applicate all’agricoltura e all’allevamento sono molto importanti e sono la strada da seguire per lo sviluppo del settore e per ridare importanza ad un settore sottovalutato ma che sfama tutta la popolazione.
Attualmente le aziende che usufruiscono delle tecnologie sono poche e, secondo me, prima di vederle diffuse sulla maggior parte della superficie coltivata, dovranno ancora passare molti anni. Personalmente sono a favore dei sistemi GPS e delle varie tecnologie collegate, le ritengo molto utili e indispensabili per il futuro, però sono ancora molto diffidente verso quei prototipi di macchine completamente autonome che funzionano senza la presenza dell’uomo, controllate e telecomandate da casa; per me la tecnologia deve aiutare l’operatore, non potrà mai avere la capacità che ha l’uomo di ragionare ed effettuare autonomamente lavorazioni in un determinato modo e momento in relazione a fenomeni successi e/o previsti nei periodi successivi.
Quest’anno ho avuto la fortuna di fare lo stage in un’azienda all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. I vari GPS che possedevano erano collegati ad un software che raccoglieva tutti i dati forniti durante le lavorazioni: tutto iniziava con la trebbiatura in cui si rilevavano le zone più o meno produttive all’interno di un appezzamento; questi dati servivano per le lavorazioni dell’anno successivo in quanto la distanza tra i semi, le concimazioni, i trattamenti venivano regolati autonomamente in base alla fertilità di quella zona del campo. In quei giorni mi è parso di vivere su un altro pianeta, molto lontano dagli standard delle nostre zone ed ho capito che questo sarà il futuro delle nostre generazioni.