“Gli alberi sono liriche che la terra scrive sul cielo.
Noi li abbattiamo e li trasformiamo in carta per potervi registrare, invece, la nostra vuotaggine”.
Dopo aver letto la frase di Khalil Gibran ho pensato che l’uso della carta è eccessivo, scomodo e dannoso.
Ammettiamolo, i fogli di carta creano disordine e confusione, infatti io opterei per l’uso di strumenti digitali per incamerare questo gran numero di informazioni , per fare più ordine.
L’impiego di dispositivi digitali fornirebbe un vantaggio dal punto di vista degli spazi, si riuscirebbe ad occupare molto meno spazio utilizzando, per esempio, cellulari , ebook o altri dispositivi che possono contenere diverse centinaia di articoli, libri e notizie diverse, rispetto a riviste fisiche, giornali e libri specifici per ogni articolo che ci interessa.
L’utilizzo di dispositivi elettronici, rispetto ai formati cartacei, sarebbe utile anche per salvaguardare il nostro pianeta, che viene da secoli sfruttato e danneggiato, anche per produrre la carta che usiamo per scrivere, stampare, disegnare ecc…
La carta nei paesi industrializzati è ovunque, viene spesso buttata dopo poco tempo e solo una piccola parte viene riciclata, per questo bisogna fare di più per ridurre l’impatto ambientale della carta.
Nel 2013, per il secondo anno consecutivo, la produzione mondiale di carta è calata arrivando a 397,6 milioni di tonnellate secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), dopo aver raggiunto le 400,6 milioni di tonnellate nel 2011. Quattro paesi ne producono più della metà: Cina, Stati Uniti, Giappone e Germania.
In Europa e America del Nord, dove ogni abitante consuma rispettivamente 125 kg di carta a testa ogni anno, l’impatto ambientale è elevato, con circa una tonnellata di carbone e tra le 35 e le 50 tonnellate di acqua per produrre una sola tonnellata di cellulosa trasformabile. Peggio fa la Cina dove servono 1,5 tonnellate di carbone e 103 tonnellate di acqua a fronte di una media di 45 chili di carta consumata all’anno da ogni abitante dell’Asia.
Il 54% di tutta la produzione serve per imballare e confezionare i prodotti, il 26% per scrivere e stampare. Il 7% per i giornali, l’8% per la produzione di fazzoletti, tovaglioli e carta igienica.
Secondo me, tralasciando la percentuale di carta che viene impiegata nel campo dell’igiene e degli imballaggi, il resto della produzione di carta dedicata alla stampa di giornali e risme (circa il 33% della produzione totale) può essere ridotta notevolmente, impiegando al suo posto, dispositivi digitali che potrebbero sostituire giornali e riviste, senza contare che la durata di vita di un dispositivo digitale è molto più lunga rispetto ad una rivista, un giornale o una scheda che generalmente hanno una durata piuttosto breve.
Abbiamo un solo pianeta e dovremmo trattarlo con premura, non solo per la nostra vita, ma anche, soprattutto per la vita di quelli che verranno dopo di noi, i nostri figli e quelli degli altri. Il riciclaggio è un gesto banale, ma di fondamentale importanza, non solo per quanto riguarda l’industria cartiera, ma per ogni tipo di industria inquinante che infligge danno alla terra e a noi.