Nel ventunesimo secolo la tecnologia, i telefoni, i computer e i social, sono parte integrante della vita di tutti i giorni. A mio parere credo che non saremmo più capaci di vivere senza questi oggetti. Ma c’è modo e modo di usarli. Io sono un ragazzo che, come tanti, passa del tempo sulle apparecchiature elettroniche, specialmente sui videogiochi online come League of Legends. Nei momenti di tranquillità leggo fumetti o sto sui social. Alcune volte mi stupisco e mi chiedo a che punto siamo arrivati e dove arriveremo, perché leggo cose veramente allucinanti. Alcune volte penso che al posto di migliorare stiamo regredendo: gente che insulta pesantemente o, cosa peggiore, che minaccia o che augura mali al prossimo. Quando leggo queste cose mi vien da pensare che gli esemplari di ominidi della preistoria esistano ancora.
L’esempio più recente è quello del messaggio su Instangram a Bonucci. Il messaggio risale al ritorno di Bonucci alla Juventus dopo la stagione da capitano nel Milan. Il messaggio dice «Te devono morì tutti e due i figli» (fonte: corieredellosport.it): siamo arrivati veramente a questo? Arrivare ad augurare la morte dei figli. È una cosa che io non accetto. I social sono belli e utili comunque, ma ci sono dei limiti a tutto. I social network sono un modo per conoscere persone, vedere foto, discutere di alcune tematiche etc. e non un posto dove insultare e minacciare le persone. Queste persone le chiamano “haters”, ma io preferisco chiamarli “leoni da tastiera” che appena escono dal quel mondo sono dei topi. Queste persone sono talmente regredite mentalmente che non capiscono che le parole possono essere più taglienti di un coltello. È già successo che dei ragazzini o ragazze si siano suicidate per insulti ricevuti, frasi false etc: questo è il cyber-bullismo. In questo periodo sto guardando una serie anime che parla delle fisse di alcuni adolescenti in quella fase: la sorella del protagonista si è rinchiusa in casa senza neanche andare a scuola, perché le amiche l’hanno definita in un certo modo sui social, facendola diventare la zimbella della scuola. Questa storia è una finzione, ma succede veramente, con conseguenze anche peggiori.
Giocando spesso online, gioco con molte persone diverse, più o meno forti di me, ma, se perdo, non li insulto di certo. Ci sono persone laide anche nei giochi, ma è anche vero che ci sono moltissime brave persone. Non molto tempo fa giocando una partita tranquilla trovai nella mia e nella squadra avversaria degli italiani e delle italiane giocare, io e quelli della mia squadra ci siamo messi a fare gli scemi, e a fine partita mi hanno anche inviato tutti la richiesta di amicizia per giocare di nuovo assieme. Coi due ragazzi che erano in squadra con me ci siamo poi conosciuti diventando grandi amici anche se loro sono della Sardegna. Di recente ho addirittura conosciuto una ragazza Russa, molto giovane, con la quale ho poi stretto amicizia anche su Instangram. Questi sono i Social network o una qualsiasi cosa online: un modo per conoscere persone con gli stessi interessi, italiani o russi, e non in modo per criticare, insultare e minacciare altre persone.