Scommetto che a tutti, o almeno a tutti quelli che giocano ai videogiochi, sarà capitato almeno una volta di sentire i propri genitori dire frasi del tipo:” non giocare a quel videogioco perché è troppo violento”.
Da anni ormai c’è la credenza che i videogiochi possano essere la causa dell’aggressività, della rabbia e della violenza di alcune persone. Sicuramente avrete letto o sentito da qualche parte ( che sia un giornale o un telegiornale) notizie in merito a questo discorso.
Secondo me questa diceria è, almeno in parte, errata; ma andiamo con ordine.
Partiamo dal fatto che non tutti i videogiochi esistenti sono violenti, una buona parte non lo è: dubito che giochi dove bisogna cucinare o risolvere puzzle possano indurre a violenza. Questo già isola una buona fetta di videogiochi. Parliamo però dell’altra fetta: nell’arco della storia abbiamo avuto un’evoluzione dei videogiochi, sia dal punto di vista qualitativo sia da quello grafico, e molti di questi hanno tra i loro ingredienti la violenza. Questo è il caso di giochi come Grand Theft Auto, Call of Duty, Assassin’s Creed e altri. Essi basano buona parte del gioco sulla violenza, se non tutta, e un ruolo importante lo compie la grafica: sempre più realistica e che fa quasi sembrare vero ciò che stai facendo.
Ma, secondo me, nonostante l’estrema violenza e la realtà incredibile dei videogiochi, essi non causano violenza; e volete sapere il perchè? semplice: perché essi non sono reali.
Sono sicuro che tutti siano consapevoli che quello che stanno facendo non sia reale, anche perché se ci fosse qualcuno che veramente pensasse che se ti butti del terzo piano di un palazzo non muori o che se ti sparano cinque volte nel cuore tu comunque sopravvivi, c’è qualcosa che non va.
Come già detto l’elemento più importante del discorso è la grafica: fateci caso, tutti quei giochi con grafica mozzafiato e che hanno come elemento la violenza, possono essere incriminati, ma altri giochi con grafica meno bella e cartunesca ma che comunque hanno della violenza nel loro complesso, non vengono presi neanche in considerazione.
Prendiamo due esempi: fortnite e minecraft; nel primo ti devi buttare con altre 100 persone in un’isola, raccogliere armi e uccidere tutti gli altri finché non rimani solo tu. Esso è realizzato con grafica cartunesca e non presenta elementi violenti, come il sangue, e nonostante si debba comunque uccidere delle persone, esso non è mai stato incolpato di indurre alla violenza.
Il secondo è un gioco formato da cubi: tutto il mondo è un cubo, tu stesso sei fatto di cubi (così come animali e piante), e in questo mondo devi rompere alberi per farti armi, con le quali uccidi gli animali per ottenere cibo e sopravvivere. Se ci pensiamo in questo gioco ci sono dei concetti violenti: come il dover uccidere gli animali e il concetto di disboscamento, ma anche questo gioco non è mai stato incolpato di portare a violenza, perché anch’esso è realizzato con una grafica cartunesca e non presenta elementi violenti.
Ovviamente non sono l’unico a pensare che i videogiochi non causino violenza: per esempio il sito La Repubblica, ha pubblicato un articolo il 5/2/2018 intitolato “Contrordine, i videogiochi non causano comportamenti aggressivi” che parla di come l’università di York della Gran Bretagna, effettuando vari esperimenti e analisi su più di 3000 partecipanti, sia giunta alla conclusione che i videogiochi non causano violenza e che anzi, alcuni di questi abbiano anche degli effetti positivi sulle persone e che si possono usare come fonti di apprendimento.
Ancore il sito AdoleScienza.it con il suo articolo pubblicato il 15/4/2019 intitolato “I videogiochi con immagini violente rendono davvero aggressivi i ragazzi?” parla di questa diceria esponendo due elementi interessanti e sicuramente da tenere in considerazione. Essi sono i simboli presenti dietro la confezione del gioco e lo stato mentale del giocatore.
Partiamo con il primo: sul retro della confezione del gioco sono presenti alcuni simboli che indicano gli argomenti trattati dal videogioco (come droga, mafia, violenza, linguaggio scurrile..) perciò un genitore prima di comprare il gioco al proprio figlio, può leggere le avvertenze, e pensarci due volte prima di affermare che tale gioco sia la causa della violenza o dei comportamenti sbagliati del figlio.
Il secondo argomento dice di come un videogioco violento possa influire sul comportamento di una persona vulnerabile o già aggressiva. In poche parole un videogioco può alienare dalla realtà una persona con problemi psicologici o con psicopatologie. Questo è un importante elemento da tenere in considerazione e che scagiona almeno in parte il videogioco.
Spero di aver dimostrato, grazie a tutte queste informazioni, che non c’è una vera e propria relazione tra videogioco e violenza. Anche perché se fosse realmente così lineare il rapporto tra videogiochi e violenza, calcolando i milioni di ragazzi che giocano, avremo milioni di criminali in circolazione.
I videogiochi non causano violenza, ma prima di comprarne uno bisogna tener conto del tipo di gioco che si sta comprando, dello stato mentale del giocatore e delle ore che ci si passa davanti: perché è vero che non causano violenza ma possono portare a dipendenza, ma questo è un altro discorso.