Gli zoo e i parchi acquatici hanno veramente uno scopo educativo?
OpinioniDi recente mi sono imbattuta in un articolo di TGCOM24, che parla di un fatto apparentemente simpatico e dolce: “USA, Tara l’orango che scarta il suo regalo di compleanno”.
Come riporta l’articolo, l’animale vive nello zoo di Fort Wayne (Indiana), e per i suoi 24 anni i dipendenti le hanno dato un pacco da scartare contenente diversi regali.
Di primo impatto sembra un gesto carino e mette in risalto il fatto che gli oranghi sono animali molto intelligenti e quindi capaci di apprezzare persino i regali, proprio come noi; infatti l’orango, come riporta il sito di Wikipedia, è un animale capace di relazionarsi molto bene con l’uomo, riesce ad apprendere dal comportamento umano ed è in grado di compiere azioni simili ad esso.
Credo che tutto ciò, però, nasconda molti aspetti negativi; nel senso che, scrivendo articoli di questo genere, ovvero facendo sembrare che gli animali sviluppano quasi dei sentimenti umani stando nelle gabbie a stretto contatto con l’uomo; si potrebbe far credere che tenendoli rinchiusi questi vengano addolciti e si rischierebbe di far passare la cattiva idea che in realtà gli zoo sono il posto migliore per gli animali.
Penso che gli zoo si nascondano molto dietro al pensiero che sono strutture a scopo didattico, infatti molte persone credono sia così; ma la triste realtà è che sono una delle principali causa di stress e sofferenze per gli animali.
Prendiamo proprio come esempio Tara,che da 24 anni costretta in gabbia (ha anche un cucciolo, quindi è stata fatta riprodurre in cattività) quando per l’orango, come riporta il sito del WWF , la foresta è di vitale importanza: trascorre la sua giornata passando da un albero all’altro e sempre tra i rami costruisce il giaciglio, che ospiterà il suo sonno notturno. La sua naturale attitudine è vivere la maggior parte del tempo sugli alberi. Per questa specie, infatti, la foresta rappresenta un habitat irrinunciabile: è qui che si nutre, dorme e si riproduce e solo il maschio scende occasionalmente a terra.
Quindi prendere un Orango, farlo riprodurre in cattività, o cosa peggiore strappare i cuccioli direttamente dalla natura e poi tenerlo rinchiuso in una gabbia, che per quanto possa essere grande non riuscirà mai a sostituire la foresta, non lo snaturalizza completamente?
E così come per questo animale anche per tutto il resto, soprattutto nei parchi marini dove delfini e orche sono tenuti in vasche che non permettono di fare il movimento a loro necessario per stare bene. Infatti questi animali in natura percorrono più di 100 km al giorno; e se si vanno a guardare le pinne dorsali delle orche si nota che sono piegate poiché i maschi di orca sono dotati di una pinna dorsale che nell’1% dei casi può collassare. Secondo i ricercatori questo accade in seguito a combattimenti con altre orche, o a causa dello stress.
Il film Blackfish afferma che il 100% dei maschi di orca in cattività presentano questo difetto; inoltre le esibizioni non hanno nulla di naturale, vengono indotte con pratiche di addestramento contrarie alla natura dei delfini, tra cui la privazione di cibo.
Ci sono casi in cui addirittura il delfino si suicida attraverso l’asfissia auto indotta, come è successo al famoso Flipper,e a molti altri, che volontariamente ha smesso di respirare tra le braccia del suo addestratore (ci sono molti articoli su questo fatto).
Gli animali in cattività perdono controllo su se stessi (suicidio, mangiare le proprie feci o l’auto mutilazione) e sull’ambiente in cui sono, infatti sono molti i casi di animali che uccidono o attaccano il loro addestratore e per questo reputati pericolosi o assassini (come nel caso delle orche).
Inoltre in molti casi sono costretti a vivere in solitudine, separandoli dalla prole o dagli altri esemplari, causando depressione dell’animale, oltretutto in uno zoo sono costretti alla monotonia e all’alterazione dei loro comportamenti naturali.
Parliamoci chiaro: non c’è uno scopo educativo, a meno che sia l’insegnare che l’uomo ha il potere, e a quanto pare il diritto, di poter ridurre gli animali in condizioni pietose, cancellando il rispetto per la vita degli altri esseri viventi, che a quanto pare sono nettamente inferiori a noi.
Come ho detto prima, a proposito dell’articolo, che, scritto in quel modo, fa pensare che quello sia un comportamento naturale e carino per un orango, quando invece distrae solo dalle sofferenze degli animali; così gli zoo fanno credere ai bambini che ciò che osservano sia la realtà, la natura, invece è solo un’immagine distorta e soprattutto fa sembrare che la cattività non sia poi così una condizione sbagliata per gli animali.
Quindi riflettiamo un po’ di più quando abbiamo voglia di andare a visitare uno di questi parchi, facciamo attenzione a che attività stiamo realmente finanziando quando paghiamo il biglietto per entrare.