Possiamo salvare i nostri mari e il pianeta intero!
OpinioniIl primo aprile 2019 è arrivata l’ultima delle tante notizie sui cetacei spiaggiati sulle nostre coste. Come riportato da un articolo della Stampa questa volta si tratta di un capodoglio femmina spiaggiato e morto per soffocamento da plastica, con inoltre un feto nel ventre che a causa di questo è abortito. E’ soffocato dopo aver ingerito 22 chili di materiali plastici inghiottiti nel mare. Inoltre si pensa quasi con certezza che questo cetaceo facesse parte degli animali che abitano il famoso santuario dei cetacei, una gigantesca riserva naturale che si estende tra Sardegna, Liguria, Toscana e Francia.
Tra i materiali plastici hanno ritrovato sacchi neri dell’immondizia, involucri di detersivi e piatti usa e getta. Come si può intuire sono classici oggetti usati e alla portata di chiunque. Il vero problema è che la plastica è un materiale difficile da smaltire e altamente inquinante.
Leggendo un articolo riguardo all’inquinamento da plastica dell’ANTER Italia (Associazione Nazionale sulla Tutela delle Energie Rinnovabili) risulta che la plastica correttamente incenerita e smaltita è soltanto il 20% del totale. Il resto di questa viene lasciata in giro dalle persone e poi trasportata nei fiumi e nei mari tramite tramite i venti, scaricata da chiunque nei fiumi o buttata in mare dagli scarichi delle navi. Le resine e le fibre plastiche nel mare sono passate da 2 milioni di tonnellate del 1950 a 380 milioni nel 2015, e più gli anni passano più la situazione peggiora. A causa di questo inquinamento centoquindici specie marine da mammiferi ad anfibi sono a rischio. Tra queste le più colpite sono le tartarughe di cui il 52% ha subito i danni.
Esistono già fondazioni come la “The ocean cleanup” e attività di sensibilizzazione da organizzazioni interne come la Greenpeace, ma non possono risolvere problemi del genere da sole, perciò ognuno di noi deve fare del suo. Per migliorare nel nostro piccolo, possiamo cambiare le nostre abitudini di acquisto: scegliere imballaggi di carta piuttosto che di plastica, seguire il modo corretto la differenziata e utilizzare possibilmente bottiglie in vetro invece che in plastica.
Il 15 marzo moltissimi studenti sono scesi nelle piazze delle città più rilevanti e hanno protestato per dar voce a questi gravi problemi ambientali che riguardano il pianeta intero. Diamo la colpa a governi, stati, leggi e attività che ruotano attorno ai combustibili fossili o altri ancora, ma una buona fetta di responsabilità appartiene a me, a te che leggi, ai nostri amici e parenti e a tutti gli esseri viventi presenti sulla Terra.
Ciò che di positivo c’era si rovina nel momento in cui finita la manifestazione, le strade sono discariche momentanee per i manifestanti. Mozziconi di sigarette, cartacce, bottiglie e molto altro. Il risultato alla fine risulta in contrasto, perde il senso e la credibilità.