Tutte le volte che inizio un nuovo anno scolastico, e c’è una nuova professoressa di italiano, una delle prime domande a cui la classe deve rispondere è: “Voi leggete libri? Quanti? Quali?”.
Io sinceramente rispondo subito dicendo che leggo i fumetti, principalmente della Disney, anche se tutte le volte penso che sia una risposta stupida e che leggere i fumetti sia solo per bambini. Oggi però penso che si possa smontare questo pregiudizio.
Ho letto un articolo che tratta del percorso creativo che ha fatto in tutti questi anni il fumetto Disney per eccellenza, e di chi ha preso parte alla realizzazione del capolavoro che tutti noi oggi conosciamo bene. Parla del fumetto di Topolino, tutto “Made in Italy”, che quest’anno compie 70 anni e ho trovato interessante il fatto che, oltre a edizioni di storie puramente inventate, ci sono molte edizioni che rivisitano, in maniera istruttiva, le opere più famose e, più in generale, la storia.
Mi ha fatto pensare che anche le piccole cose, come una storia di un fumetto, possono essere utili. Si può utilizzare un giornalino per “studiare” un po’ di storia. Certo, non in sostituzione ad un libro, anche perché sarebbe imbarazzante dire che Topolino ha fatto un viaggetto nell’inferno assieme a Pippo durante un’interrogazione. Però affascina e cattura l’attenzione del lettore, ed è sicuramente più accattivante di un mattone di letteratura.
Può essere uno svago per gli adolescenti, come me, ma potrebbe essere utile per i bambini, per prepararli a ciò che studieranno, ma sempre in modo leggero e divertente. Anche perché si sa che non c’è un limite di età per i lettori del topo.
Io ad esempio non sono mai stata interessata alla storia. Quando invece è uscita una raccolta di volumi Disney, che raccontava la storia a partire dalla preistoria fino all’età moderna, ho instaurato un approccio del tutto diverso che non mi ha annoiata, anzi, al contrario, mi ha fatto capire delle cose che fino a quel momento non mi interessava studiare, anche se è sempre stato argomento di scuola.
Quindi non è sempre stupido fare qualcosa di diverso rispetto agli altri, soprattutto se ti porta della cultura generale.
Così i fumetti possono essere usati come mezzo per integrare, e non sostituire, i “normali” libri che i professori si aspettano che gli adolescenti leggano. Per questo la prossima volta che un insegnante mi chiederà se leggo, e quali libri leggo prevalentemente, risponderò dicendo: “i fumetti”, senza pensare di star dando una risposta stupida.