
Spesso ci troviamo di fronte a persone che sono diverse da noi e ci poniamo le fatidiche domande: ma che problemi ha?, vive sulla Terra o su un altro pianeta?.
Siamo tutti diversi e meno male, perché se no il mondo sarebbe davvero noioso e grigio. Ciascuno di noi ha propri usi, costumi, lingua, religione, pensieri, sentimenti e idee.
Ora, vorrei parlarvi dell’autismo.
Ci domandiamo spesso se l’autismo sia un altro mondo, ma non è così. E’ il nostro mondo, infatti, in fondo tutti siamo autistici. Gli individui affetti da autismo secondo psicologi, hanno difficoltà sociali, ma anche noi “normali ” le abbiamo, e veniamo definiti associali.
Hanno difficoltà nella comunicazione ma vale la stessa cosa per noi quando a parole e gesti non riusciamo a capirci perché basta un tono diverso o uno sguardo sbagliato per ribaltare la situazione.
Hanno comportamenti e interessi ristretti e ripetitivi. Ma noi non li abbiamo?. Più volte durante le giornate facciamo le stesse cose, ci svegliamo ad esempio, facciamo colazione, ci prepariamo; per chi va a scuola ha l’interesse di studiare, per chi va a lavorare ha l’interesse per il lavoro.
Gli autistici secondo la scienza sono affetti da disturbi dello Spettro Autistico che si presenta come una modalità di funzionamento diversa in quanto non capiscono come funziona il mondo degli altri. Ho letto da poco un libro, La macchina degli abbracci che tratta di una donna autistica con sindrome di Asperger, Temple Grandin. E’ nata a Boston, è attualmente professoressa della Colorado State University, all’età di 18 anni costruì la “macchina degli abbracci”, da qui il titolo del libro. Si tratta di uno strumento che usavano nei grossi allevamenti in Canada per tenere il bestiame fermo durante le visite veterinarie. Temple notò che gli animali erano più mansueti perché “abbracciati ” e decise di costruirla per sé, in modo da potersi tranquillizzare nei momenti difficili. Inoltre costruì e progettò la maggior parte dei mattatoi del Canada e Stati Uniti in modo da ridurre al minimo le sofferenze degli animali macellati.
Mi ha colpito la sua frase: “non capisco le persone”. In fondo non possiamo sapere cosa sia normale o diverso, perché quello che è normale per me può essere diverso per qualcun altro e viceversa.
Temple Grandin inoltre ha un’ottima memoria fotografica, ma esistono mille altre persone con questa capacità, ad esempio io stessa quando studio o quando mi viene chiesta un’indicazione stradale, utilizzo la memoria fotografica.
Definire il mondo dell’autismo un mondo a sé è sbagliato. L’autismo siamo noi: è l’insieme delle nostre idee, difficoltà, abilità, sogni e visioni. Insomma è il mondo in cui viviamo.
Brava , hai fatto più tu con questo articolo per l’inclusione che tanti adulti con studi e parole.