Il caporalato dev’essere abbattuto senza se e senza ma!
OpinioniIn occasione dell’incontro in data 10/12/18 tenutosi nell’auditorium della nostra sede scolastica abbiamo potuto affrontare il tema del Caporalato. Il caporalato è un’azione di reclutamento di persone che lavoreranno per aziende e il cui compenso non sarà adeguato, oltre al fatto che non avranno diritti. All’incontro, gli esperti hanno sottolineato che i lavoratori hanno a disposizione una posssibilità: cioè denunciare.
Nel video intitolato “I’M NOT A SLAVE” di Daniela Sala e Gaetano Veninata, si possono sentire delle testimonianze dirette di giovani lavoratori che hanno avuto il coraggio di unirsi e di denunciare i caporali per garantirsi la libertà che gli spetta. Denunciare azione e luoghi, ricattatori dev’essere un’azione compiuta da tutti i lavoratori che sono sottopagati mettendo da parte la paura di avere ritorsioni.
Esistono, per questo scopo, associazioni come “SOS ROSARNO” che s’impegna a tutelare i diritti dei lavoratori e a sensibilizzare i consumatori a comprare prodotti ottenuti senza condizioni di schiavismo o di lavoro nero.
Secondo me, il caporalato dev’essere abbattuto a tutti i costi per salvaguardare i diritti di tutti i lavoratori.
Secondo SkyTG24 in Italia sono coinvolte circa 15 mila persone e circa 30 mila aziende che assumono lavoro irregolare, dato specificato dall’ultimo report dell’Osservatorio Placido Rizzotto dell’organizzazione sindacale Flai Cgil. Da questo studio, inoltre, si contano una media di 34 caporali cioè 102 caporali per ogni provincia italiana e che questi caporali abbiano addirittura una vera e propria gerarchia formata da 21 capi squadra, 10 caporali dirigisti e 2 collusi con le agromafie.
Nel nostro Paese si contano circa 1 milione di persone che sono sottoposte a sfruttamento di cui l’80% delle persone sono straniere e circa il 20% delle persone è di origine italiana. Il fenomeno del caporalato costa 5 miliardi di euro all’anno con sgravi fiscali pari a 2 miliardi di euro, dato dal 39% del tasso di irregolarità di persone straniere.
Inoltre sempre SkyTG24 spiega il funzionamento del reclutamento di persone che vengono contattate dal caporale (pagato dall’azienda) che assume a sua volta i lavoratori facendosi pagare 5 euro per il trasporto fino al luogo di lavoro,3 euro per il panino e 1,50 euro per una bottiglietta d’acqua. La paga giornaliera è di circa 20/30 euro al giorno per un lavoro di 8/12 ore giornaliere. In più, l’assurdo sta nel fatto che le donne, soltanto perché donne, ricevono una paga ancora inferiore rispetto agli uomini di circa il 20% in meno. Vi pare logico?
Quando si afferma che il caporalato è presente soltanto nel Sud-Italia si afferma un’inesattezza, infatti la concentrazione di caporalato è presente non solo nel Sud-Italia ma si è propagato anche nel Nord-Italia in aziende logistiche e di edilizia per non parlare di aziende agricole. La regione d’Italia maggiormente colpita dal caporalato è la Sicilia pari al 15% seguita, in ordine, dall’Emilia-Romagna e dalla Toscana e Veneto.
Qualcuno però potrebbe dire che anche se lavorano in condizioni pessime i braccianti ottengono un reddito e possono soddisfare i propri bisogni, ma non sanno che come sostiene La Repubblica in data 21/6/18 solo il 5% del prezzo di vendita ripaga il lavoro di chi produce e il 50% del prezzo va alla grande distribuzione, rapporto ottenuto da Oxfam (Movimento Globale con l’intento di eliminare l’ingiustizia della povertà).
Oxfam, inoltre, sostiene che il 75% dei lavoratori e delle lavoratrici debbano rinunciare ai posti regolari per via del salario molto basso.
A tutelare questi lavoratori sono e dovrebbero essere essere i sindacati che, secondo me, essendo divisi in molte organizzazioni perdono un po’ il loro scopo, comunque queste organizzazioni denunciano che il lavoro sottopagato toglie diritti e dignità alla persona attraverso lo sfruttamento, gli abusi e il bassissimo compenso inoltre si denuncia l’esposizione dei lavoratori a pesticidi tossici e a temperature altissime in estate e estremamente rigide in inverno.
Quando insisto sul fatto che il caporalato dev’essere completamente annientato, lo faccio perché non voglio che molte persone muoiano per lavorare. Purtroppo in questi anni si sono verificati episodi disastrosi in cui sono decedute persone. Ad esempio in data 13/8/18 su Bari.Repubblica viene pubblicato un articolo intitolato: “Caporalato,3 indagati per i 12 migranti morti a Foggia nello schianto di un furgoncino” raccontando che lungo la st. statale 16 tra S.Severo e Ternoli sono morti 12 migranti stipati in un piccolo furgoncino scontrandosi con un tir.
Qualsiasi lavoratore, secondo me, soggetto a schiavismo o alla negazione dei suoi diritti dovrebbe far conoscere il suo caso al sindacato di settore ottenendo un confronto con l’azienda cercando di regolarizzare il lavoratore e di risolvere il singolo caso del lavoratore. Mentre a livello nazionale il Governo dovrebbe emanare una legge più efficace di quella già presente tutelando tutti i lavoratori, punendo severamente i caporali.