
“il rap è bella musica, il rap è una figata..”,
“ il rap è la mia unica salvezza..”
“il rap è un genere nuovo che esprime i problemi che avvolgono la società di oggi..”
Queste sono alcune delle frasi che negli anni mi è capitato di sentire da gente che ascoltava questo genere di musica chiamato ”rap”, ma fino a che punto questa musica è così bella? Perchè per me il rap non è un vero genere di musica.
Il rap nasce come parte di un movimento culturale più grande chiamato “hip hop” nato negli Stati Uniti d’America verso la fine degli anni Sessanta. Tipicamente il rap consiste in una sequenza di versi molto ritmati, su una successione di note (“beat”). Queste genere di musica per me non è vera musica.
In italia i testi delle canzoni rap spesso sono molto violenti,volgari,deprimenti e inoltre parlano di far uso di droghe. Voglio citare il ritornello di Cannabis Rappers cantata dal rapper italiano chiamato Deal pacino:
[Ritornello]
Smoke, smoke some weed
Smoke, smoke, smoke, smoke some weed…
che tradotto in italiano sarebbe “Fumo, fuma dell’erba”;
Il ritornello è molto esplicito, e facilmente può influenzare gli adolescenti che si ispirano a questo genere di musica. Perché questo genere di musica è principalmente ascoltato da ragazzi di età compresa tra i 13 e i 19 anni che spesso proprio per imitare i loro idoli fanno uso di sostanze non legali in italia.
Infatti recentemente un rapper italiano, molto conosciuto, di nome Sfera Ebbasta è stato indagato per «istigazione all’uso di droga» perché i testi delle sue canzoni si riferiscono pressoché all’uso di droghe e spesso al loro spaccio.
Però bisogna anche sottolineare che alcune canzoni rap non parlano di queste cose, ma piuttosto esprimono un malessere oppure una specie di ribellione cantata. Questo genere di musica si chiama Political rap ed e perlopiù associata a milioni di giovani che vivono nelle periferie del mondo. Questi “rapper politici” cantano con rabbia ma anche con delicatezza, cantano contro le guerre, cantano per riscattare i popoli sofferenti, gli emarginati delle periferie di Londra, Parigi, Marsiglia, Roma, come quelli di Gaza o di Baghdad. Come sostiene il Fatto Quotidiano «Questa musica è un miscuglio di note e di parole strozzate, di rabbia, di bellezza e di singhiozzi rotti».
Queste cose però non hanno molto seguito, almeno in Italia, poiché i ragazzini preferiscono questi rapper volgari che creano canzoni commercializzate, per arricchire la propria fama e il proprio benessere dato che le loro canzoni raggiungono in pochissimo tempo le vette delle classifiche di Youtube, Spotify.
Questo modo di cantare è sempre più diffuso anche perché sono sempre di più i rapper che producono questa tipologia di musica senza filtro.
La musica in generale non deve essere strumento di incitazione all’uso di sostanze stupefacenti, ma deve essere un mezzo di benessere per chi ascolta.