Già dai tempi antichi esisteva qualcosa di simile al fumetto. L’uomo di Neanderthal usava fare le pitture sulle pareti di una grotta, simili a un fumetto. Anche gli antichi egizi sui papiri e sulle pareti delle tombe o templi facevano raffigurazioni della persona a cui era dedicata quella parete; anche durante il medioevo si usava fare disegni sulle pagine dei libri. Come si può vedere il fumetto ha comunque una storia antica con evoluzioni, o almeno così la vedo io.
Molta gente però emargina chi legge fumetti, dicendo che sono per i bambini, che leggerli (perché sì, nel fumetto si legge), non insegni niente o comunque non ci siano quelle parole di alto livello che dovrebbe leggere un adulto. In parte è vero, nel fumetto non ci sono parole complesse come nei libri. Però, anche se esite il genere per bambini, al tempo stesso esiste il genere per adulti: alcuni fumetti hanno scene veramente cruente, ma molto cruente, oppure scene erotiche, o magari temi difficili. Vorrei vedere un bambino leggere l’attacco dei giganti, nel quale, oltre ad esserci scene cruente, gente che viene mangiata etc. la tematica finale è complicata e particolare, e si comincia a capire solamente dal volume 23. Io stesso ho detto a mio fratello di aspettare a leggerlo, perché è veramente difficile se non hai una piccola conoscenza sulla tema della reclusione dei popoli, come avvenne nei nativi americani, e sul periodo nazista o sul razzismo.
Un’altra distinzione che viene fatta è quella tra coloro che leggono il manga, fumetto giapponese, e il fumetto americano proveniente da DC comix e Marvel: bene, questi due sono entrambi fumetti, perché hanno le caratteristiche base del genere. Perché allora uno viene chiamato manga? Per distinguerlo, questa è la risposta: il manga è il fumetto giapponese, che ha un suo stile di disegno, esso infatti tende a semplificare l’anatomia umana e le ombre, cambiano anche gli argomenti trattati. Nel manga non si colorano le tavole ma si tende al lasciarle in bianco e nero. Il fumetto Marvel, quello che per antonomasia viene considerato il fumetto, è americano. Qui si tende a trattare di super-eroi e super-cattivi: spider-man, captain America, iron-man etc., ma esso ha anche un suo stile di disegno proprio, l’anatomia umana viene semplificata molto meno e si tende a dare molto peso ai tipi di ombre e volumi, con quasi una paranoia nei particolari che lo differenzia dagli altri fumetti. Il fumetto però non è solo americano o giapponese, esistono molto fumetti di altre nazioni. Una di queste è proprio l’Italia, che nel corso degli anni ha fatto famosi fumetti oltre al celebre Topolino, i primi fumetti italiani sono stati: Tex Willer, Dylan Dog, Martin Mystere, Corto Maltese, Diabolik, Sturmtruppen (fumetto satirico che ho letto) etc. Ci sono anche fumetti francesi come Asterix.
Ogni due o tre mesi, è mia abitudine prendere il treno e andare a Torino, dalla mia fumetteria di fiducia. Lì prendo i miei soliti volumi e magari qualche nuova uscita. Nei giorni successivi adoro potermi gustare il proseguimento delle storie che leggo, provare di nuovo le stesse emozioni e magari veder cambiare radicalmente lo sviluppo della storia all’improvviso, rimanendo di sasso. Quindi il fumetto è veramente così inferiore al libro? E’ necessario dover distinguere, negativamente, i generi di fumetti per la nazionalità?