- Girano per i boschi vestiti da imbecilli a seguire un capo ancora più imbecille di loro…
- Aiutano le vecchiette ad attraversare la strada…
- Vendono biscotti…
Questi sono alcuni dei luoghi comuni sugli scout che negli anni mi è capitato di sentire e per i quali spesso vengono presi in giro o considerati addirittura “sfigati”.
Sono ormai 10 anni che faccio gli scout e, secondo il sito ufficiale dell’Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), ci sono oltre 38 milioni di persone in 216 paesi appartenenti a questo movimento, che ha come scopo l’educazione integrale della persona secondo i principi ed i valori definiti dal suo fondatore, Lord Robert Baden-Powell.
Tenendo conto che molte persone di rilevanza anche storica sono e sono state scout, come ad esempio Neil Armstrong primo uomo sulla luna, molti presidenti americani tra cui Clinton e Kennedy, e in Italia il presidente della repubblica Mattarella (sul sito scoutWiki è presente un elenco dettagliato), mi sembra giusto dimostrare che gli scout non sono un movimento basato sulla vendita di biscotti.
Sei anni fa circa ero con gli scout in uscita di tre giorni ad Assisi, meta rinomata da molti gruppi italiani. Uno di questi giorni andammo in un santuario e ricordo che un gruppo di ragazzi più grandi di noi, ci passò di fianco e per fare gli spiritosi ci urlò dietro: <Ehi voi, avete dei biscotti da venderci?>. La cosa lì per lì non mi diede molto fastidio ma adesso che sono cresciuto e ne ho sentite altre, ho iniziato a chiedermi il perchè di queste affermazioni.
Semplicemente penso sia dovuto ai molti film o storielle varie che spesso ci rendono ridicoli e che ci fanno sembrare effettivamente un movimento che come attività principale ha la vendita di biscotti.
La vendita di questi dolci effettivamente è un tipo di autofinanziamento anche se sono molti e diversi i metodi usati dagli scout per provare a recuperare dei soldi, in modo da poter acquistare materiali e organizzare attività. In genere la rendita dalla vendita spesso non è soddisfacente perché la gente stufa o diffidente non li compra più volentieri, motivo per cui siamo in continua ricerca di nuove forme di guadagno più efficaci.
A volte capita di fare gli animatori a gruppi di bambini ai matrimoni, servire durante le sagre, smontare caldaie per poter rivendere i materiali ( molto gettonata nel mio gruppo grazie ad un componente che ha il padre che di professione fa l’idraulico e spesso le lascia a noi), andare a fare manutenzione nei giardini di privati e altri ancora in base alle nostre capacità e competenze.
Quando facciamo queste attività non sempre ci vestiamo in uniforme e quindi chi ci vede non pensa o non capisce chi siamo e perciò non mette in collegamento quello che facciamo con chi effettivamente siamo, continuando magari a sostenere che vendiamo biscotti solo perchè in quelle occasioni siamo ben vestiti e facciamo più impatto visivo.
Tra le tante attività svolte dagli scout in alternativa all’autofinanziamento, di rilevante importanza e che in pochi conoscono, c’è il servizio nella Protezione civile come volontari dove spesso intervengono in momenti di bisogno per coordinare operazioni nelle situazioni di emergenza ma anche donando forza lavoro nei momenti critici.
In passato sono intervenuti nell’ ottobre del 1963 subito dopo il disastro del Vajont, giovani di neanche venti anni con il compito di ritrovare i cadaveri sfigurati, ricomporli e assistere i sopravvissuti e parenti nel riconoscimento delle salme. Per l’apporto dato meritarono la medaglia di bronzo al merito civile.
Contribuirono anche nel ‘66 a Firenze, nel ‘94 a Santena (dove partecipò il mio gruppo), nel 2014 a Genova, nel 2015 a Piacenza e in tante altre occasioni con i volontari chiamati “angeli del fango”, dopo le alluvioni a ripulire strade, negozi e cantine o sostenendo le persone in difficoltà, aiutando contemporaneamente le città a rialzarsi.
Altre volte invece siamo chiamati come “operatori ecologici”, nelle strade di campagna in particolare, per ripulire le discariche abusive da ogni sorta di immondizia.
Televisioni, lavatrici, piatti, vestiti, impianti idraulici, armadi, materassi e molto altro ancora.
In fondo un punto della legge scout dice <Amano e rispettano la natura> e non c’è modo migliore se non aiutarla a ripulirsi.
Sono molti gli insegnamenti che si possono estrapolare dalla legge scout e che Baden-Powel ha voluto lasciare ai suoi ragazzi, uno dei più importanti e quello della vita di comunità dove i componenti hanno la possibilità di interagire tra loro durante le regolari attività che si svolgono durante l’anno. Una comunità che può portare i componenti anche fino a 15 anni a condividere quella che viene chiamata da noi Progressione Personale.
Questa capacità di saper stare insieme agli altri e ad adattarsi, ha attirato l’attenzione della rivista economica spagnola “Forbes” che ha stilato un elenco di dieci buoni motivi per cui un datore di lavoro dovrebbe assumere uno scout:
- Sa lavorare in squadra;
- E’ creativo;
- Rispetta ciò che dice;
- Sa guidare ed essere guidato;
- E’ empatico;
- Valorizza lo sforzo;
- Sa porsi degli obiettivi e valutarli;
- E’ generoso;
- Lotta contro l’ingiustizia;
- E’ una persona “con risorse”.
Tutto questo sta a dimostrare che non è come si pensa, non dobbiamo essere ricordati come venditori di biscotti o badanti stradali degli anziani, perché non è così.
A me in 10 anni non è mai capitato né di vendere biscotti né di aiutare gli anziani e non per questo non sono considerato un buon scout.
Sarebbe cosa buona che molte più persone iniziassero ad aprirsi mentalmente e ad entrare a far parte degli scout per comprendere meglio questa piccola parte di mondo che negli anni ha educato molti giovani e ne educherà ancora negli anni a venire, in modo così da poter fare anche del bene alla società.
Perché quindi bisognerebbe credere ancora in questi luoghi comuni?